Lotta al COVID-19 con la tecnologia RFID

Mecstar srl ha preso parte al bando della Regione Lazio “Emergenza Coronavirus e oltre”  con un progetto che offre un prodotto  sviluppato mediante l’utilizzo della tecnologia RFID, per l’aumento e il miglioramento delle soluzioni per il Contrasto al Covid-19. In collaborazione con Radio6ense, spin-off dell’Università di Tor Vergata a Roma, abbiamo realizzato sensori epidermici per il monitoraggio wireless della temperatura corporea a supporto del contenimento di epidemie.

SECOND SKIN

Si propone una infrastruttura di Internet of Things basata su sensori epidermici wireless (RFID) senza batteria, dall’aspetto di sottili cerotti, da applicare sulla pelle, e in grado di misurare parametri biofisici del corpo e di trasmetterli a distanza senza contatto verso lettori portatili o varchi.
Sono pensabili applicazioni al monitoraggio della temperatura corporea di pazienti e personale sanitario in corsia, in Ospedali da Campo e Presidi condivisi di Quarantena, nonchè per il confinamento di focolai, il tracciamento ed il triage di flussi di persone negli aeroporti e nei punti di raccordo in genere.

La piattaforma, in parte realizzata nell’ambito di un progetto di ricerca della Regione Lazio, velocizza le usuali procedure di misurazione della temperatura e soprattutto mitiga la necessità per l’operatore sanitario di porsi a distanza ravvicinata dal paziente per raccogliere i suoi dati identificativi e biofisici, riducendo quindi il rischio di contagio.

second skin rfid

Una volta applicato sulla cute, il sensore di temperatura potrà essere letto per vari giorni in maniera wireless permettendo di identificare tempestivamente situazioni anomale. L’integrazione con sistemi informativi fornirà quindi una mappa in tempo reale dello stato di salute nonchè della posizione degli utenti posti in osservazione in un ambiente circoscritto.

La semplicità costruttiva dei sensori epidermici e l’assenza di batteria permetterà di contenere molto i costi. I nuovi dispositivi saranno quindi assimilabili a cerotti standard ma dotati di capacità sensoristiche ed identificative. La tecnologia è già stata sperimentata in laboratorio ed in parte anche in ambito ospedaliero presso il Policlinico di Roma Tor Vergata. E’ stata anche recentemente dimostrata pubblicamente nell’ultimo Maker Faire di Roma.